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Presepe Massimo Cascioli Sangemini, Giovanni Ferri

Notte di Natale

Ispirato dal presepio di Massimo Cascioli, realizzato in acciaieria su ritagli di materiale da scarto, al reparto Magnetico, nel 1995, dove egli lavorava.

La presente opera è realizzata su lamierino di Acciaio Inox da FERRI GIOVANNI, pittore e collega di Massimo Cascioli. Riprodotto in misure più grandi, riprendendo alcune sue immagini di personaggi presenti nelle foto di quel presepio purtroppo andato totalmente perduto.

L’accortezza di don Marcello Giorgi, che aveva scattato alcune foto in quei giorni, ha permesso di riprodurre e riproporre un frammento della sua storia artistica, apprezzata nell’ambiente di lavoro e non dimenticata. L’opera è stata completata aggiungendo altre 25 immagini di Giovanni Ferri, disegnate e in parte dipinte con tecnica simile, secondo la propria creatività e il suo stile figurativo: quasi una virtuale collaborazione artistica.

Questa tecnica particolare con smalto bianco, lascia trasparire i riflessi e l’eleganza della lavorazione accurata e preziosa del lamierino inox che questa fabbrica ternana attualmente produce.

Molti ricorderanno l’emozione e l’atmosfera di profondo rispetto, il vuoto, il passo lento degli operai, l’amarezza in quell’intreccio di luci e ombre e quell’oasi di pace e silenzio che si diffondevano intorno al palco illuminato del suo presepio, nei giorni tristi in cui lo stesso Massimo perì in un incidente sul lavoro proprio nei pressi della sua opera.

Egli, ha alimentato la sua immaginazione senza malizie e compromessi, illustrando su superfici originali, il mondo che appartiene alla storia delle nostre radici cristiane, quel modo di vivere semplice di un tempo che si riflette ancora sui valori della vita, l’amore, il lavoro, l’umiltà, la tenerezza, la lealtà, la sofferenza e la fede.

Anch’egli conosceva il significato nascosto e profondo dell’Arte che insegna il bisogno di essere, di saper raccontare attraverso il disegno, i colori e le forme, espressioni e personalità inconfondibili, con strumenti di collaudato impegno, il linguaggio che da sempre tocca il cuore dell’uomo.

Il suo ragionamento artistico di genere figurativo, scandiva tutto un susseguirsi di ritmi e di accensioni interiori per diventare esempio; una somma di valori che tocca i vertici più alti quando è di scena l’espressione e la tenerezza di un volto, lo stupore di uno sguardo, un sorriso con tutto il conturbante esplodere dei sentimenti e delle ansie per la presenza di un segno o di un colore in libertà, che al tempo stesso collabora a modificare quelle sottese correnti vitali che vibrano dentro.

Le espressioni dei personaggi sono espressioni di sintesi che traggono in massima evidenza gli aspetti psicologici, veri protagonisti di tutta l’opera.

Rappresentano scorci della verità che è in noi, in un rincorrersi di motivi e confronti al fluire continuo della coscienza e delle emozioni.

Nei volti dei personaggi di questo presepe predomina un’esigenza di essenzialità, una spontanea creatività, un gesto, un momento capace di rivelare quell’attimo di coscienza disarmata della vita, quell’improvvisa cognizione di malinconia che sfiora sempre, almeno una volta lo spessore delle cose.

Espressioni di gente semplice, a stretto contatto con la natura, volti adombrati di ansia, turbamento, pudore e fiducia, che hanno una rara forza nella dignità e nell’equilibrio e acquistano la luminosa ariosità della poesia.

Giovanni Ferri

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